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IDENTITÀ AZIENDALE, PUNTO PRIMO: COME FARE UN LOGO

IDENTITÀ AZIENDALE, PUNTO PRIMO: COME FARE UN LOGO

Realizzare l’immagine aziendale (o brand identity) è il passo fondamentale da compiere dopo aver definito i propri obiettivi imprenditoriali: per costruirla si parte con il capire come fare un logo.

Aggiornato al 10/2022

L’immagine aziendale è la bussola che darà la direzione a tutta la comunicazione della tua azienda e il biglietto da visita con il quale ti mostrerai all’utente prima ancora di presentarti direttamente. Per questo motivo, per fare una brand identity, parti innanzitutto da un’analisi approfondita dei tuoi punti di forza e di quelli dei competitor e scoprirai come inserirti e distinguerti nel mercato di riferimento.
Il primo passo consiste nel progettare un logo: di seguito troverai delle indicazioni generali per comprenderne il processo di ideazione.
La creazione del logo abbraccia tutte quelle caratteristiche che identificheranno la tua attività commerciale nel futuro.
Per costruire un tipo di comunicazione efficace per la propria brand identity crea un marchio che racchiuda in sè un messaggio ricco di valori e qualità positive, perché creare un logo professionale aiuta l’utente a farsi un’idea su ciò che stai per offrirgli e i modi che userai per farlo: più riuscirai a sintetizzare i pregi del tuo brand, più immediato sarà per il cliente capire se sei ciò che sta cercando.

Come fare un logo: le premesse per costruire un marchio efficace

La grafica nella progettazione

Ora che è ben chiaro quali elementi vorrai inserire nel tuo logo è necessario rispondere a una domanda: come comunicare al meglio i miei punti di forza?

Si parte dal messaggio, la grafica verrà costruita di conseguenza. Sulla base di tecniche e convenzioni si rende il logotipo non fraintendibile dall’utente e il più efficace possibile rispetto agli obiettivi di marketing.
Per questo motivo il marchio viene spesso realizzato da professionisti che, grazie alla propria esperienza, riassumono la tua idea in linee e segni dall’alto valore comunicativo e dall’aspetto accattivante.

Le parti di un logo:

1. Le forme

Quando si parla di marchio spesso si pensa a un’icona, uno stemma o un emblema applicabile su ogni materiale o superficie, ma il discorso è assai più complesso.
Nella scelta delle forme bisogna tenere conto dei materiali e delle tecniche di stampa. I supporti sul quale andrà applicato il logo e la tipologia di stampa influiranno molto sulla resa rischiando, alcune volte, di vanificare il lavoro fatto nel crearlo. Ad esempio: se il marchio dovrà essere inciso sul legno non è consigliato creare forme troppo piccole o troppo contorte che risulterebbero confuse o non leggibili.

esempio di loghi applicati per capire come fare un logo

In foto: Tre esempi di come il logo venga ottimizzato in base al formato.
In alto non tutto è leggibile, al centro il logo risulta visibile e riconoscibile, ma è sotto che il logo viene modificato in base alle esigenze.

2. I colori

Potresti sentirti dire che solo il logo nero funziona, che quello che viene riconosciuto per la sua forma e non per il suo colore ha più forza e rimane più impresso nella memoria, ma riusciresti mai a pensare al logo Coca Cola senza il suo iconico rosso?
L’associazione del marchio a un colore, se utilizzata bene, può spesso essere molto più potente della semplice forma.
Un esempio di quanto sia importante la scelta cromatica è il Blue Tiffany, di produzione Pantone, di cui puoi leggere nell’articolo ufficiale sul colore Tiffany, tanto insostituibile per il brand da essere stato acquistato e sottoposto a copyright, ora a tutti gli effetti di proprietà della famosa marca di gioielli Tiffany & Co.

3. La direzione

Come già approfondito in un nostro post social sul verso della comunicazione è possibile sfruttare la gerarchia visiva per associare facilmente il concetto di passato e di futuro al proprio logo e di conseguenza alla propria brand identity.
Questo aspetto non viene tenuto spesso in considerazione ma può diventare uno strumento molto potente da considerare nella realizzazione del logo.
Ad esempio, se vuoi pubblicizzare un nuovo prodotto, indipendentemente dalla direzione verso la quale il tuo logotipo punta (che sia verso sinistra, verso la storicità del brand, o verso destra, verso il futuro), potrai comunque rivolgere qualsiasi immagine verso destra, per riproporre l’idea di “futuro” senza limitarti a una sola interpretazione della direzione.

Il passo finale: progettare con un software adeguato

Ora basta trasporre le proprie idee sullo schermo e ottimizzarle per ogni applicazione, digitale e non. Creare dei loghi vettoriali è sempre la scelta più conveniente per garantire il risultato migliore qualsiasi sarà l’utilizzo che ne dovrai fare.
Avere un logo vettoriale significa che questo potrà essere scalato (cioè rimpicciolito o ingrandito) senza perdere nitidezza, cosa che, invece, non può accadere con formati raster, .jpeg o .png, che sono composti da pixel (ad esempio una foto scattata dal cellulare, che ha una sua specifica dimensione sgrana se ingrandita oltre un certo limite).

Ora il logo è completo e può essere diffuso su ogni pagina web aziendale, volantino o brochure, con la certezza di aver costruito un primo gradino solido per la propria comunicazione futura.

Se ti interessa approfondire un altro argomento sulla comunicazione, dai un’occhiata al nostro articolo sul cosa sono le social community e sul perché sia importante conoscerle e utilizzarle.

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